Ho immaginato Q.B. come un viaggio tra i profumi e gli odori della mia terra. Poi, mentre girovagavo per trattorie e per mercati, nelle cucine degli alberghi e in biblioteca, sono riaffiorati i ricordi dell’infanzia. E i viaggi sono diventati due…
Guardando il mare ho rivisto le uscite in “lanzino” in tre o quattro “guagliuncielli”, quando “mangiavamo il mare” e, tra gli scogli del “Runghetiello”, cacciavamo i “rangi felloni”. È riaffiorata l’immagine di tutti noi accucciati sugli scogli della Spiaggetta del Porto, la sera, a mangiare la pizza con le mani e a succhiare la mozzarella dai bastoncini di giunco, che si usavano per evitare che le pizze si attaccassero alla carta.
Ho ricordato i pranzi di Natale a casa degli zii e i banchetti negli hotel eleganti in occasione di battesimi e matrimoni.
Mi sono ritrovato tra i tavoli del ristorante “Sette Odori”, dove feci conoscenza con “elefanti di mare”, “carnummole”, “gambarielli di nassa”…e termini mai sentiti prima, quali mantecare, sfumare, tagliare julienne…
Agli avventori del ristorante non venivano servite semplici vivande ma trasmessi “messaggi d’amore”, che provenivano direttamente dal profondo della nostra terra della quale noi tutti, da Alfredo fino all’ultimo dei camerieri, ci sentivamo i sacerdoti.
Fu tra quei tavoli che capii che in Costiera cucinare è un’arte e mangiare un “evento sociale”. Non era questa la terra degli “otia” e dei “convivium”?
Desiderai saperne di più!
Scoprii che ogni piatto ha una storia segreta, una sua vita e, soprattutto, una sua evoluzione. Affidarmi ai grandi chef fu lo sviluppo più naturale. Sono loro che, dopo aver studiato, approfondito e rispettato la tradizione, stanno immaginando i nuovi traguardi del sapore.